FRUTTORTI DI PARMA

Orti e frutteti condivisi nei quartieri cittadini

La Picasso Food Forest


Il progetto

Picasso Food Forest

Fruttorti di Parma si ispira all'agroecologia, all'agroforestazione e alla permacultura, un approccio di progettazione di insediamenti umani sostenibili basato sull’imitazione dei sistemi naturali.

Il Fruttorto di Via Marconi, nome d'arte la Picasso Food Forest, è il primo esempio di sperimentazione di una food forest urbana e pubblica a Parma e forse la prima in Italia. Avviato nel Dicembre del 2012, autofinanziato da cittadini e attivisti, il progetto mira a realizzare una food forest pubblica i cui frutti sono disponibili ai cittadini di Parma. Un “parco pubblico” in parole più comuni dove gli alberi e le piante oltre ad essere decorativi, fornire ombra ed ossigeno, forniscono anche cibo agli abitanti della città. Gli abitanti possono osservare l’evoluzione di questo piccolo ecosistema sia negli anni che nelle stagioni. Vedranno i giovani alberi diventare adulti nel corso degli anni e i fiori diventare frutti e poi semi nel corso delle stagioni.

In questa pagina cercheremo di illustrare l'evoluzione del progetto e dell'ecosistema, successi ed eventuali insuccessi delle nostre sperimentazioni  nella speranza di fornire informazioni utili ed ispirazione a tutti coloro che sono interessati a saperne di più, a seguire l'andamento del progetto e a partire con iniziative analoghe nel proprio quartiere o città.

Tutte le foto inserite su questa pagina sono state scattate esclusivamente nella Picasso Food Forest.

 


Cos’è una food forest?

Se ci fermiamo un attimo ad osservare i sistemi naturali e a riflettere, ci rendiamo conto che un bosco non ha bisogno di interventi artificiali per restare rigoglioso, non necessita di irrigazione, concimazione, aratura, erbicidi e pesticidi. I processi ed i cicli naturali mantengono la fertilità del terreno e la salute delle piante. Imitando questi processi e inserendo negli ecosistemi piante utili all’uomo è possibile creare dei sistemi di produzione di cibo che richiedono molte meno risorse di quelle correntemente richieste dall’agricoltura industriale contribuendo anche al miglioramento del suolo e dell’habitat invece che alla sua erosione e distruzione.

Una food forest mira ad imitare i processi caratteristici di un ecosistema a “bosco immaturo”. Mentre una foresta matura è dominata da grandi alberi e una “chioma” chiusa che lascia penetrare poca luce, un bosco immaturo è caratterizzato da alberi di diversa dimensione, arbusti, erbe e presenta zone in ombra alternate a zone più illuminate offrendo una varietà di nicchie ecologiche ed elevata produttività. 

Fruttorti di Parma vuole creare una rete di giardini foresta "commestibili" in cui le piante forniscano cibo per gli abitanti del quartiere ed allo stesso tempo creino un habitat simile a quello naturale nel quale le funzioni essenziali possano essere svolte a supporto dell’intero sistema.

E’ nato così il primo sito sperimentale in Via Marconi nel quartiere Picasso di Parma.

 


Caratteristiche del sito

Picasso Food Forest initial site

Il sito copre un’area di circa 5700 m2 e si sviluppa su due rettangoli disposti ad L, forma che pone alcune limitazioni alla progettazione delle piantagioni in particolare sul lato di minore larghezza.

Sul lato Ovest l'area è delimitata in parte da una siepe di lauro e dall'altra da una recinzione in metallo appartenenti ai condomini adiacenti.

Sul lato Est è delimitata da un canale di scolo e annessa strada asfaltata secondaria a unico senso di marcia (Via Marconi).

Sul lato Sud è delimitata dal marciapiede di Via Picasso.

Sul lato Nord è presente una rete di recinzione di un condominio dietro la quale ci sono 4 alberi di noci adulti.

L’area non presenta particolari pendenze o avvallamenti ma risulta prevalentemente piatta e si trova al livello del mare.

 

Zona climatica

La zona climatica corrisponde alla zona 8 della classificazione USDA caratterizzata da estati calde ed inverni freddi e piovosi. Negli ultimi anni eventi estremi di piovosità e siccità in periodi inusuali sembrano verificarsi con maggiore frequenza, aspetto legato ai cambiamenti climatici in corso.

Clima Parma

Analisi dell’esposizione solare

I risultati di un’analisi dell’esposizione solare effettuata con software GIS che ha tenuto conto dell'ombreggiamento causato dagli edifici circostanti sono raffigurati nelle seguenti immagini dalle quali scaturisce che l’area risulta ben soleggiata nella maggior parte dell’anno ad eccezione di alcune zone poste sul lato a Nord che d’inverno ricevono meno di 3 ore di sole diretto al giorno a causa dell'ombreggiamento generato dagli alti edifici.

 

Radiazione solare inverno Radiazione solare estate Radiazione solare primavera e autunno

Analisi del vento

Venti prevalenti

Parma non è una zona particolarmente ventosa. Inoltre essendo l’area situata in un contesto urbano in pianura risulta essere relativamente protetta da forti venti.

Nonostante ciò ci sono situazioni in cui l’area è interessata da raffiche di vento durante i giorni più ventosi.

Per tale motivo si intende identificare il punto in cui si potrebbe installare una barriera naturale che offra ulteriore protezione contro il vento.

Dati di distribuzione del vento sono stati ottenuti dalla stazione meteorologica dell’aeroporto di Parma (circa 9km di distanza) ed una rosa dei venti è stata sovrimposta alla mappa del sito per individuare i venti prevalenti. I risultati sono mostrati nella mappa a lato. L’analisi è stata fatta sia con dati mensili che annuali.

 

Analisi delle zone

Venti prevalenti

Nella seguente mappa è indicata una suddivisione in zone basata sull’analisi delle zone della permacultura.

La zona 0 è quella in cui ci si incontra, dotata di sedie e ombra.

La zona 1 è quella in cui si è operato in modo più intensivo, in particolare dove sono stati avviati la messa a dimora dello strato erbaceo, di copertura e rampicante, il miglioramento del suolo con la pacciamatura in modo esteso.

Nella zone 2 la coltivazione e progettazione dello strato erbaceo è limitato ad alcune aiuole mentre sono presenti gli strati arborei e arbustivi.

 


Preparazione e miglioramento del suolo

Piantagione

Il progetto è stato avviato su un’area verde pubblica precedentemente costituita da un prato falciato più o meno regolarmente (con asportazione degli sfalci) su un terreno relativamente compatto (come segnalato dalle piante indicatrici presenti inizialmente quali Plantago e Rumex spp.) contenente alcuni residui di materiali edili (mattoni, tegole). L'area si trova ai margini tra città e area agricola e presenta un suolo prettamente argilloso tipico delle campagne della Pianura Padana.

Le prime piantagioni sono state effettuate senza una preparazione iniziale del terreno.

 

Analisi granulometrica

Analisi de PH e granulometrica

L'analisi granulometrica è stata svolta mescolando mezzo bicchiere di terreno prelevato alla profondità di 5 cm con un bicchiere di acqua e lasciato decantare per 1 minuto e 48 ore.

Lo strato decantato dopo 1 minuto, considerato rappresentare la componente sabbia, costituisce il 21% della composizione del suolo. Ulteriori due strati sono stati individuati e considerati rappresentare la  frazione limosa e quella argillosa (anche se la distinzione non era chiara) che costituivano rispettivamente il 50% ed il 29% del campione.

Il suolo si classifica come suolo argilloso-limoso in base alla classificazione dei suoli USGS.

 

Misurazione PH

Il PH è stato misurato immergendo per alcuni secondi una cartina tornasole (ordine di accuratezza 0.1) nella soluzione acquosa derivata dal mescolamento di mezzo bicchiere di terreno prelevato alla profondità di 5 cm con un pari volume di acqua distillata e lasciata decantare per alcuni minuti. Il PH è risultato essere tra  6.5 e 7.

 

Apporto di macro e micro nutrienti

Un’analisi approfondita del terreno non è ancora stata effettuata dunque non si conoscono con precisione le caratteristiche chimiche del suolo del sito con particolare riferimento ai macro e micro nutrienti disponibili alle piante.

Esiste un apporto costante di nutrienti dall’esterno sotto forma di urine di cani in quanto l’area è frequentata in modo relativamente assiduo da proprietari di cani. Una stima quantitativa non è però ancora stata effettuata per avere un valore di apporti da paragonare alle quantità suggerite per esempio da Martin Crawford nel suo libro “Creating a forest garden”.

 

Pacciamatura

Osservando la natura si nota che praticamente non si verificano mai situazioni in cui il terreno rimane scoperto (se non dopo fenomeni di dissesto idrogeologico o nei deserti ). Il terreno scoperto è soggetto ad erosione, compattamento, siccità e gelo. Per evitare questi danni è bene garantire una costante copertura del suolo possibilmente mediante vegetazione. In alternativa si può ricorrere alla pacciamatura.

La pacciamatura è un'operazione che consiste nel ricoprire il terreno con uno o più strati di materiale di origine vegetale (paglia, cippato, foglie, cartone, sfalci) al fine di:

  • proteggerlo dall'evaporazione dell'acqua d’estate e dal gelo d’inverno;
  • proteggerlo dall'azione della pioggia battente e quindi dall'erosione o dalla compattazione;
  • arricchirlo di materia organica derivata dalla decomposizione del materiale stesso;
  • tenere a bada le erbe spontanee le quali non riescono a crescere se coperte dallo strato di pacciamatura.

Per tali ragioni nella food forest la pacciamatura mediante apporto di materiale organico quali paglia e foglie è utilizzata in modo estensivo. Poiché la food forest mira ad essere un sistema il più autosufficiente possibile sono state individuate potenziali fonti di materiale organico in situ. Una fonte, disponibile in autunno, è rappresentata dalle foglie degli aceri che erano già presenti sul sito o quelle raccolte in quartiere.

 

Susine Albicocche Reale d'Imola Fiore di Melograno Susine Grossa Piacentina

Da destra a sinistra: 1) Consolida (Symphytum officinale), 2) Raccolta autunnale delle foglie, 3) Pacciamatura con la paglia, 4)  Pacciamatura con il cippato

 

Azoto-fissatori

Volendo realizzare un ecosistema il più possibile autosufficiente da apporti esterni non si può non parlare di piante azoto-fissatrici.

Le piante azotofissatrici sono piante che tramite la loro relazione di simbiosi con alcuni tipi di batteri sono in grado di fissare l’azoto atmosferico svolgendo dunque una funzione di fertilizzazione naturale. E’ importante introdurre un buon numero di piante di questo tipo in un sistema produttivo come può esserlo un foresta edibile in modo da avere una fonte gratuita e naturale di azoto.

Poiché lo spazio a disposizione ed il contesto urbano non ci permettono di utilizzare piante azoto fissatrici di grandi dimensioni come l’ontano Italiano, la scelta delle azotofissatrici è stata riposta in piante di dimensioni minori quali l’olivello spinoso, il goumi ed il pisello siberiano. Queste piante azotofissatrici perenni sono integrate dalla semina di leguminose annuali quali fave, piselli e fagioli rampicanti nelle aree intorno agli alberi da frutta.

 

Goumi Olivello spinoso Fiore di pisello Bacelli di piselli Fiori di fava Bacelli di fava Albero del pisello Siberiano Ceci

Da destra a sinistra: 1) Goumi (Elaeagnus multiflora), 2) Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides), 3) Fiore di pisello, 4) Bacelli di pisello, 5) Fiori di fava, 6) Fave e piselli, 7) Albero del pisello Siberiano, 8) Bacelli di ceci

 

Irrigazione

Irrigazione

Da Agosto 2022 l'area dispone di un sistema di irrigazione automatico misto 8sprinkler e sistema goccia a goccia). Nei primi quattro anni di vita del progetto non si disponeva  di una presa d’acqua e l’irrigazione è avvenuta mediante l’apporto manuale di acqua (taniche), poi fino al 2022 mediante l'utilizzo manuale di una canna dell'acqua secondo le seguenti quantità indicative:

  • Circa 30 litri a settimana per gli alberi e 15 per gli arbusti al primo anno dalla messa a dimora distribuiti in due/tre turni di irrigazione.
  • Circa 10-15 litri a settimana per gli alberi e 5 litri per gli arbusti al secondo anno dalla messa a dimora.

Nell'anno 2023 si è avuto un consumo totale di acqua per tutti gli usi (irrigazione, integrazione acqua del laghetto e usi vari) di xx metri cubi.


Piantagioni

La seguente serie di fotografie illustra l'evoluzione del sistema nel tempo. La stella arancione sulle foto indica il riferimento comune nella serie (un albero di fichi)

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2018 2019 2020 2021 2022

Al momento la Picasso Food Forest ospita piante oltre 300 specie e varietà diverse, oltre 185 alberi e arbusti ed innumerevoli piante erbacee.

La prima piantagione si è svolta il 23 Dicembre 2012. La maggior parte degli alberi e degli arbusti sono stati piantati nell’inverno del 2013 con alcune integrazioni nell’autunno 2013 ed inverno 2014. Lo strato erbaceo e di copertura è invece continuamente arricchito di nuove varietà e sperimentazioni.

Gli alberi e gli arbusti sono stati piantati scavando buche poco più grandi dell’apparato radicale della pianta. Sul fondo della buca è stata risposta una piccola quantità di compost ricoperta da terriccio e la terra di scavo è stata mischiata con una pari quantità di terriccio universale prima di essere riposta nella buca. Maggiori informazioni...

Nel corso dell’inverno e dell'estate, quando possibile si interviene pacciamando l’area intorno a ciascuna pianta con cippato.

Le piantagioni sono effettuate in accordo con i 7 strati vegetativi (o forse più) che facilmente si possono identificare in una foresta e con la necessità di creare consociazioni tra per esempio gli alberi da frutto e gli altri strati della vegetazione circostante (guild in inglese).

 

I sette strati della food forest Consociazioni di piante intorno agli alberi da frutta

 

Canopy layer

Il sistema è molto giovane e solo il tempo ci permetterà di capire al meglio quali sono le sperimentazioni che funzionano davvero e quali necessitano di correzioni, integrazioni o revisioni.

Di seguito è presentata una descrizione relativamente dettagliata delle piante che sono state inserite nel sistema suddivise nei vari strati vegetativi (anche se un pianta può spesso occupare più strati).

 

1) Lo strato degli alberi alti (Canopy layer)

Include gli alberi più alti, solitamente oltre i 9 metri anche se, in spazi ristretti, questo layer può essere composto anche da alberi di dimensioni più ridotte come nel nostro contesto urbano. In questo strato possono essere inclusi alberi da legname, alberi che producono noci o che fissano l’azoto.

Nella Picasso Food Forest in questo layer troviamo al momento 10 aceri saccarini che erano già presenti nel sito inizialmente, alberi da frutta innestati su portainnesto vigoroso ed alcuni alberi nati spontanemanete quali noci, mirabolani e ciliegi.

 

2) Lo strato dei piccoli alberi

Include alberi tra i 3 e i 9 metri e la maggior parte degli alberi da frutta.

Nella Picasso Food Forest questo strato include alberi di mele, pesche, pere, albicocche, biricoccoli, susine, melograni, cachi, fichi e tanti altri.

 

Susine Albicocche Reale d'Imola Fiore di Melograno Susine Grossa Piacentina Fiori di susino Mela Carla Pesca sanguignea Fiori di pesco

Da sinistra a destra: 1) Susine, 2) Albicocca Reale d'Imola, 3) Fiore di melograno, 4) Susine Grossa Piacentina, 5) Fiori di susino, 6) Mele Carla, 7) Pesche sanguignee, 8) Fiori di pesco

 

3) Lo strato degli arbusti

Include piante legnose alte fino a 3 metri. Fanno parte di questo layer gli arbusti da frutto e nella nostra food forest include arbusti di ribes, uva spina, josta, olivello spinoso, aronia, goji, goumi, lamponi, more. Al momento la fissazione dell’azoto è fornita gran parte da questo layer grazie alla presenza di arbusti di goumi, olivello spinoso e pisello sberiano.

 

Messa a dimora dei piccoli frutti Frutti di uva spina Arbusto di uva spina Lamponi Ribes Fiori di Josta Frutti di Josta Arbusto di Josta

Da sinistra verso destra: 1) Messa a dimora dei frutti di bosco, 2) Uva spina, 3) Arbusto di uva spina, 4) Lamponi, 5) Ribes, 6) Fiori di josta, 7) frutti di josta, 8) Arbusto di josta

 

4) Lo strato erbaceo

 Include probabilmente la maggior varietà di piante del sistema food forest.

Include le piante aromatiche e medicinali alcune delle quali possono raggiungere anche dimensioni superiori al metro di altezza. Molte perdono l’intero apparato aereo o gran parte di esso durante l’inverno per poi ricrescere la primavera successiva. Alcune sono annuali ma si riseminano spontaneamente.

Sono inclusi in questo strato anche alcuni ortaggi perenni come carciofi ed asparagi ed alcune piante annuali e biennali come leguminose annuali (fave, ceci, piselli), bietole, girasoli e brassicacee (famiglia dei cavoli).

Le piante di questo strato oltre a fornire parti commestibili per l’uomo forniscono habitat e cibo per numerosi insetti tra cui gli insetti impollinatori e gli insetti predatori di parassiti.

 

Nasturzio Achillea Pianta di carciofo Carciofo Fiori di boraggine Fiori di salvia Fiore di calendula Assenzio Valeriana Bietola Elicrisio Menta Dragoncello Salvia Alliaria Balsamita Girasole Erba cedrina Asparago Basilico greco

Da sinistra a destra: 1) Fiori di nasturzio (Tropaeolum majus), 2) Fiori di achillea (Achillea millefolium), 3) Pianta del carciofo (Cynara cardunculus), 4) Carciofi, 5) Fiori di boraggine (Borago officinalis), 6) Fiori di salvia, 7) Fiore di calendula, 8) Assenzio (Artemisia absinthium), 9) Valeriana, 10) Bietola, 11) Elicrisio, 12) Menta, 13) Dragoncello, 14) Salvia, 15) Alliaria (Alliara Petiolata), 16) Balsamita (Tanacetum balsamita), 17) Girasole, 18) Erba cedrina (Lippia citrodora), 19) Asparago, 20) Basilico greco

 

5) Lo strato di copertura

Sviluppo dello strato di copertura del suolo

La funzione di copertura è svolta da molte piante incluse nel layer precedente ma alcune hanno una performance particolarmente elevata in questo ruolo.

Altre sperimentazioni non hanno dato esito positivo (Rubus nepalensis, Rubus pentalobus, Cornus canadensis)

Nelle foto a lato è evidenziato lo sviluppo della copertura del suolo intorno ad un giovane albero di fichi. Alcune piantine di fragole sono state piantate alla distanza di circa 40 cm le une dalle altre a Settembre, e nella primavera seguente avevano ben occupato l'area offrendo anche un buon raccolto.

 

Fragola Origano Malva Trifoglio

Da sinistra a destra: 1) Fragola, 2) Origano, 3) Malva, 4) Trifoglio

 

6) Lo strato sotterraneo

Diverse piante sviluppano apparati radicali, tuberi o bulbi sotterranei commestibili ( e non).

Molte svolgono anche un’importante funzione dal punto di vista del miglioramento strutturale del suolo e della decompattazione dello stesso.

Nella Picasso Food Forest in questo strato sono al momento presenti agli, cipolle, patate, patate dolci, topinambur, rafano, bardana, cicoria, valeriana, e la discorea batata che ritroveremo anche nel layer delle rampicanti.

In questo strato vogliamo inserire anche i funghi che con i loro miceli, ife e micorrize “sotterranei” svolgono un importantissimo ruolo nella salute dell’intero ecosistema. Sono coinvolti nella decomposizione della materia organica (gli unici ad essere in grado di decomporre la lignina!) e nel trasporto di nutrienti anche a grandi distanze. L'utilizzo di cippato per la pacciamatura nella Picasso Food Forest favorisce notevolmente la diffusione e vitalità di questo strato attivo dal quale numerose piante sembrano trarre beneficio. Forniremo presto maggiori informazioni su questo fondamentale argomento.

 

Fiore di aglio Piante di aglio Funghi Fiori di patata Bardana Rafano Crocus Topinambur

Da sinistra a destra: 1) Fiore di aglio, 2) piante di aglio intorno agli alberi da frutta, 3) Funghi su cippato, 4) Fiori di patata, 5) Bardana maggiore (Arctium lappa), 6) Rafano (Armoracia rusticana), 7) Fiori di Crocus, 8) Topinambur (Helianthus tuberosus)

 

7) Lo strato delle rampicanti

Questo strato permette di aggiungere produttività su strati già presenti e si sviluppa su più altezze. Le piante di questo layer si arrampicano avvolgendo i propri steli o viticci intorno a supporti artificiali o naturali.

Nella Picasso Food Forest in questo strato sono al momento presenti luppolo, vite, kiwi, Dioscorea batata, cucurbitacee (cetrioli, zucche) e fagioli rampicanti.

 

Foglie di Kiwi Luppolo Fiore di zucca Zucca Okkaido Dioscorea batata Vite per uva da tavola Fagioli rampicanti Giovane germoglio di Kiwi

Da sinistra a destra: Pianta di Kiwi (Actinidia deliziosa), 2) Luppolo (Humulus Lupulus), 3) Fiore di zucca, 4) Zucca, 5) Dioscorea batata, 6) Vite (Vitis vinifera), 7) Fagiolo rampicante, 8) Germoglio di Kiwi

 



Biodiversità e lista completa delle specie della food forest

Al momento nella Picasso Food Forest sono state censite 310 varietà e specie di piante. La lista completa di tutte le specie presenti può essere scaricata in formato Excel al seguente link:

Lista piante Picasso Food Forest

Alla biodiversità della flora e della fauna della food forest è stata dedicata un'intera pagina corredata da gallerie fotografiche:

La biodiversità della Picasso Food Forest

È possibile contribuire al censimento della biodiversità della food forest partecipando al programma citizen science di monitoraggio. Per maggiori informazioni cliccare qui.

 



Percorso Natura ed Agroecologia in città

Percorso Natura e Agroecologia in Città

Nel 2019 abbiamo realizzato all'interno della Picasso Food Forest un percorso informativo dedicato alla "Natura ed Agroecologia in città". Il percorso consiste in trenta pannelli che descrivono vari aspetti concernenti le food forest pubbliche urbane ed include una serie di postazioni didattiche dedicate al compostaggio, ai rifugi per gli animali e agli hotel per gli insetti, alla biodiversità, al ruolo del legno morto e dei funghi, all'importanza di laghetti ed aree umide. Vi invitiamo a visitarlo di persona. Qui l'intero percorso in formato pdf: Parte 1 e Parte 2.

 

 

 



Mappa dettagliata

Qui di seguito una mappa interattiva con le 120 specie e varietà (311 esemplari!) delle piante legnose (alberi ed arbusti da frutta) e le rampicanti della Picasso Food Forest aggiornata a Marzo 2021:

 



Bancali rialzati e altre sperimentazioni

Leggi tutti i dettagli sui risultati delle nostre sperimentazioni sulla pagina dedicata!

 

Realizzazione bancali Amaranto e Quinoa Grano antico Grano saraceno Fiori di lino Senape Solanum lycopersicum 2 Solanum tuberosum 7 Lens culinaris 8 Glycine max 5 Vigna angularis 4 Helianthus tuberosus 4


Pubblicazioni scientifiche e bibliografia

Bibliografia

Nel 2019 la rinomata rivista scientifica Urban Forestry and Urban Greening ha pubblicato un'edizione speciale tutta dedicata alle food forest urbane. L'edizione include anche un articolo sulla nostra Picasso Food Forest, intitolato "The social and environmental value of public urban food forests: The case study of the Picasso Food Forest in Parma, Italy".

Qui è disponibile una presentazione video dell'articolo.

Per i libri vi consigliamo: