L'area dove realizzare un fruttorto condiviso è idealmente un'area ben soleggiata che riceva sole diretto per almeno 6 ore al giorno nel periodo vegetativo. Questo vuol dire che è bene scegliere aree non troppo vicine a palazzi o alberi troppo alti soprattutto se situati sul versante Sud. Detto questo, siamo in città e se l'area da voi individuata riceve meno di 6 ore di sole al giorno non disperate perché ci sono comunque tante piante alimentari che crescono bene anche se soggette a parziale ombreggiatura, quindi vale la pena sperimentare!
Non importa la dimensione, il fruttorto non ha una dimensione minima. Pensate che ci sono ettari coltivabili inutilizzati disponibili su...i davanzali delle finestre! Anche una piccola aiuola potrebbe comodamente ospitare delle piante utili.
Questo forse vi stupirà ma l'area non deve essere necessariamente un'area verde! L'agricoltura in contenitori e letti rialzati può anche essa dare tante soddisfazioni quindi se nel vostro quartiere mancano gli spazi verdi ma abbondano i piazzali o i cortili di cemento, perché non avviare un fruttorto in vasi, contenitori e letti rialzati! Date spazio alla fantasia!
Per identificare un'area idonea ci si potrebbe aggirare nel quartiere in bicicletta ritornandovi in diversi momenti della giornata per osservarne l'esposizione ed eventuali ombreggiamenti. Anche le ormai diffusissime mappe online possono dare una mano fornendo una panoramica dall'alto, ma poi è sempre bene fare diversi sopralluoghi in loco per meglio familiarizzare con l'area.
È consigliabile evitare di posizionare il fruttorto lungo strade ad alta densità di traffico.
L'area dovrebbe preferibilmente essere aperta al pubblico in modo che tutti i cittadini del quartiere possano contribuire alla realizzazione del fruttorto e/o condividerne il raccolto.
È possibile segnalarci un'area idonea che sarà mappata e visualizzata su questo sito (sezione Mappe e catasto) in modo che persone interessate a coltivarla possano entrare in contatto tra loro. Sono anche incluse segnalazioni di cittadini che mettono a disposizione il proprio giardino privato a vicini disponibili a coltivarlo e condividerne i frutti.
Il fruttorto, sebbene incentrato su piante destinate a supportare l'alimentazione umana, mira a simulare per quanto possibile un sistema naturale dove piante di vario tipo, insetti e animali interagiscono tra loro e raggiungono una sorta di equilibrio tipico degli ambienti non disturbati. Nel fruttorto si cerca di minimizzare l'intervento umano e gli input esterni, si rispettano le dinamiche di fertilità naturali del suolo e si lascia che sia la natura a fornire al sistema tutto ciò di cui ha bisogno, così come accade in un bosco. Numerosi sono gli esempi in tutto il mondo di come tutto ciò sia possibile e produttivo. Approfondiremo questi aspetti nella sezione dedicata all'agricoltura sostenibile ma ci teniamo ad evidenziare che paradossalmente l'agricoltura moderna consuma ben 10Kcal per produrre una sola Kcal di cibo.
Tra le piante che andranno a popolare il fruttorto sono predilette varietà locali e/o antiche le quali risultano normalmente più resistenti alle malattie e meglio si adattano al clima e al suolo locale. Inoltre coltivandole si contribuisce alla salvaguardia della biodiversità ambientale ed alimentare.
Nei fruttorti si coltivano tantissime varietà di alberi di susine, mele, pere, albicocche, pesche, ciliegi, ma anche fichi, cachi, fragole, more, lamponi, uva e altra frutta che fiorirà e maturerà in periodi diversi dell’anno, erbe aromatiche, ortaggi perenni ed annuali. Visto il ristretto spazio disponibile nell’area urbana si escludono altri tipi di alberi di grosse dimensioni che non producono frutti o noci commestibili. Non si escludono però piccoli arbusti o piante erbacee che abbiano altre funzioni utili quali il supporto degli impollinatori, allontanamento degli insetti nocivi, fornitura di habitat per uccelli ed insetti utili, piante azoto-fissatrici o accumulatrici di nutrienti, pacciamatura. Presto approfondiremo il concetto di consociazione tra piante che svolgono vari ruoli nel sistema fruttorto.
Per semplicità ed immediatezza daremo subito qualche informazione di base su come mettere a dimora alcuni tipi di pianta partendo dagli alberi da frutto.
A Parma esistono realtà come l'Azienda Agraria Sperimentale Stuard ed il Vivaio Forestale Scodogna che si occupano del recupero di varietà locali di piante da frutto ed ortaggi e risultano sicuramente degli ottimi punti di riferimento per l'approvvigionamento di alberi, arbusti, sementi e piantine.
Pubblicheremo presto informazioni su come creare il proprio vivaio e semenzaio e sulle varie tecniche di propagazione delle piante.
Ogni fruttorto richiede una buona progettazione iniziale al fine di implementare una funzionale consociazione di piante e di sfruttare in modo efficace tutto lo spazio a nostra disposizione sia orizzontale che verticale. Analizzando l'esposizione dell'area è bene tenere presente che abbiamo ben sette livelli verticali su cui distribuire la nostra vegetazione produttiva come ci insegna il sistema foresta:
Numerose piante sono inserite nelle consociazioni con gli alberi da frutta a formare quello che i permacultori chiamano "fruit tree guilds".
Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata alla Picasso Food Forest
Caratteristiche
Gli alberi da frutto sono normalmente forniti dai vivai in vaso o a radice “nuda”. Molto spesso si tratta di varietà desiderate (nel nostro caso per esempio antiche o autoctone) innestate su un “piede” detto portainnesto che fornisce un supporto ideale alla crescita della pianta. La vigoria e le dimensioni che raggiungerà la pianta dipendono dalle caratteristiche del portainnesto. Nei seguenti paragrafi forniamo alcuni brevi consigli per la piantumazione di alberi da frutta.
Disposizione delle piante
È molto importante progettare correttamente ed in modo ottimale la disposizione degli alberi nel fruttorto. E’ bene non farsi attrarre dalla tentazione di piantare i giovani alberi troppo vicini gli uni agli altri perché cresceranno ed avranno bisogno di spazio e di luce. È inoltre opportuno lasciare spazio tra una chioma e l’altra in modo da poter inserire nel fruttorto anche gli altri strati vegetativi come arbusti e piante erbacee per creare un sistema completo che sfrutta non solo lo spazio orizzontale ma anche quello verticale. Si consiglia di lasciare 6 metri tra una pianta e l’altra soprattutto tra quelle innestate su portainnesto selvatico e di non scendere sotto i 4-5 metri a meno di varietà nane. È inoltre molto importante mantenersi a debita distanza da recinzioni private, pali della luce e altre infrastrutture pubbliche e private. La disposizione che ottimizza lo spazio orizzontale è quella detta a quinconce o a righe sfalsate. È bene che le piante destinate a diventare più alte e vigorose siano messe a Nord rispetto a quelle di dimensioni inferiori in modo che le prime non ombreggino le seconde. Nello schema un esempio di disposizione in ordine di grandezza da Nord a Sud di alberi da frutto nella successione ciliegio – pero/melo – albicocco/susino – pesco.
Quando trapiantare
A radice nuda: autunno/inverno. Gli alberi a radice nuda devono essere trapiantati nel periodo autunno/inverno: le radici sono state recise e la pianta deve avere il tempo necessario per riformare le radichette bianche fondamentali per nutrire la pianta prima dell’arrivo del primo caldo e quindi dell’avvio della germogliazione.
In vaso: tutto l’anno tranne i mesi più siccitosi e caldi o quando il terreno è gelato.
Messa a dimora
Per mettere a dimora un albero è necessario realizzare una buca, tipicamente di 50cm nelle tre direzioni o comunque proporzionata alle radici della pianta o alla grandezza del vaso.
Smuovere la terra sui bordi della buca se questi si sono eccessivamente compattati nell’azione di scavo. La terra tolta della buca deve essere dunque sminuzzata e può essere mischiata con terriccio da compostaggio “fatto in casa”. In assenza di questo si può usare terriccio universale (controllare che sia perlomeno certificato FSC). Nella buca si può anche aggiungere una manciata di letame ben maturo (per esempio lombricompostato) mischiandolo al terriccio ma non è necessario.
Quindi appoggiare la pianta nella buca e riempire con la terra mista terriccio precedentemente preparata. La terra non deve essere particolarmente pressata, ma quel che basta per rendere stabile la pianta. Intorno al tronco non deve formarsi un avvallamento che potrebbe favorire la formazione di pozzanghere e ristagni. Per le piante trapiantate da vasi nei quali sono rimaste diversi anni è bene liberare leggermente le radici se queste risultano compatte e ammassate prima di metterle a dimora. Questa situazione andrebbe comunque prevenuta ed evitata.
È opportuno proteggere il tronco dei giovani alberi con una retina di circa 50cm di altezza. La pianta è molto sensibile ad eventuali graffi o incisioni nella parte bassa del tronco causa rosicchio delle lepri, decespugliatore o altro. Fare dunque anche molta attenzione a non urtare la base del tronco mentre ci si lavora accanto con zappa e vanga.
Nei fruttorti si prediligono le piante perenni ma non si esclude la realizzazione di bancali rialzati dedicati a piante annuali. I bancali possono essere realizzati utilizzando delle tavole, dei mattoni o dei sassi e riempiti di terra vegetale.
Occuparsi del fruttorto vuol dire anche occuparsi dello sfalcio dell'erba, ma su questa operazione ci teniamo a fare alcune fondamentali puntualizzazioni.
Purtroppo il cittadino moderno è, per più o meno complessi motivi culturali, attratto o meglio ossessionato dall'immagine del "prato all'inglese" e dal presunto ordine e controllo che tramite esso riesce a percepire. Si sentono molti più cittadini lamentarsi delle "aiuole piene di erbacce" che del superamento dei limiti di legge dell'inquinamento atmosferico nonostante l'ovvia differenza di gravità effettiva delle due presunte lacune.
Il prato all’inglese ha avuto origine in Inghilterra dove fu simbolo di emancipazione e status sociale per coloro che avevano accumulato sufficiente benessere dal non dover più coltivare la terra a disposizione intorno alla proprie case. E così l’orto davanti a casa fu abbandonato e sostituito da sterili prati ad alta manutenzione ed input esterni gestiti da giardinieri a pagamento.
Tanti sono i fattori che manipolano le nostre preferenze (pubblicità, pressione sociale, moda ecc) e non intendiamo dilungarci sull'identificazione di una causa precisa. Quello che è certo è che il prato all'inglese è un sistema artificiale, che non solo richiede enormi costi di manutenzione ma che è anche povero dal punto di vista ecologico e ambientale.
Quelle che tradizionalmente sono chiamate erbacce o infestanti sono da noi chiamate erbe spontanee.
Le erbe spontanee che si diffondono rapidamente su ampie aree, in natura esistono per svolgere un'importantissima funzione che è quella di non lasciare terreno scoperto. Un terreno non ricoperto da vegetazione è soggetto alle intemperie quindi a facile erosione, evaporazione, desertificazione o compattamento, cosa che danneggerebbe la fertilità dell'area e la salute dell'ecosistema. La natura ha dunque "creato" delle erbe molto rustiche come la gramigna capaci di ricoprire suolo disturbato e scoperto in modo rapido, una sorta di soluzione per rimarginare una pericolosa ferita. Una volta che queste piante dette opportuniste hanno rimediato a parte del danno, l'ecosistema può riprendere la sua evoluzione. In quel sito piante che crescono più lentamente approfitteranno della fertilità prodotta dalle specie pioniere e pian piano riprenderanno a crescere.
Le erbe spontanee inoltre forniscono habitat e cibo a tutte le popolazioni di insetti ed animali che abitano nella food forest e che sono utili al suo funzionamento.
Queste le nostre indicazioni:
La pacciamatura è un'operazione che consiste nel ricoprire il terreno, nel nostro caso, con materiale di origine vegetale (paglia, cippato, sfalci) al fine di:
Viene svolta con varie intensità da Maggio a Settembre. Nei mesi più caldi (Luglio-Agosto) indicativamente forniamo una volta a settimana 20l d'acqua a ciascun albero e 10l a ciascun arbusto, quantità molto inferiori a quelle che in media sono fornite in un frutteto convenzionale.
Nei fruttorti in cui non si dispone di una presa d’acqua, l’irrigazione avviene mediante l’apporto manuale (taniche, innaffiatoi, secchi) e mediante l'organizzazione di turni tra i volontari che hanno dato disponibilità.
Nel fruttorto la fertilità del suolo aumenta negli anni man mano che il sistema si sviluppa e il suolo si arricchisce di materia organica che ne migliorera la struttura, l'umidità e la capacità di trattenere elementi nutritivi.
Nel fruttorto gli scarti vegetali vengono compostati (imitando il processo di decomposizione naturale) e restituiti al terreno in modo che possa continuare a mantenere e aumentare la sua fertilità.
Invitiamo tutti gli attivisti a contribuire al compostaggio contribuendo con i propri scarti vegetali alla produzione di prezioso terriccio utilissimo anche nella preparazione di semenzai, nella messa a dimora di giovani piante e nella realizzazione di orti rialzati.
Ecco i link a due guide al compostaggio con utili informazioni sui principi del compostaggio e su come realizzare una compostiera:
Chi effettua il compostaggio domestico ha inoltre diritto ad uno sconto sulla bolletta per i rifiuti. Il modulo per farne richiesta si trova a questo link (verificate che lo sconto sia attivo presso il vostro Comune, nel Comune di Parma è attivo).
Qui a grande richiesta la nostra guida su come realizzare una lombricompostiera domestica a costo zero con materiali da recupero: