FRUTTORTI DI PARMA

Orti e frutteti condivisi nei quartieri cittadini

Lo sapevate che?

In questa pagina vogliamo riassumere alcuni temi e condividere alcune informazioni che a nostro parere ci permettono di meglio comprendere il contesto in cui viviamo, e anche le motivazioni che stanno alla base di un progetto come quello di Fruttorti di Parma. Non vogliamo creare allarmismi o diffondere pessimismo solo fornire la consapevolezza necessaria ad individuare tra le tante proposte di soluzione alle problematiche odierne quelle che sembrano forse più appropriate.

Notizie interessanti:

- Cosa sono i combustibili fossili? - Il vero costo dei combustibili fossili - Picco del petrolio convenzionale - Altri tipi di petrolio e combustibili fossili - EROEI e fonti rinnovabili - Prospettiva storica dei consumi energetici - L'impronta ecologica e l'overshoot day - I bisogni fondamentali dell'uomo

Buone notizie:

- La resilienza - Agroecologia, agroforestazione e permacultura - Forest gardens e food forest

Cosa sono i combustibili fossili?

I combustibili fossili si sono formati mediante processi naturali quali la decomposizione anaerobica di organismi seppelliti sottoterra che si sono svolti in milioni di anni, a volte più di 650 milioni di anni. Poiché il processo che li genera è così lungo sono considerate fonti di energia non rinnovabili.

Nonostante si parli tanto di energie alternative, i combustibili fossili provvedono ancora oggi a più dell’85% del fabbisogno energetico mondiale. Sono alla base di tutti i processi di produzione e servizi della nostra società quali: Agricoltura, Elettricità e riscaldamento, Beni di consumo, Materiali (es. plastiche, tessuti sintetici), Infrastrutture, Macchinari, Trasporto, Salute pubblica, Telecomunicazioni, Attività estrattive, Approvvigionamento di acqua.

Di petrolio sono fatti: Medicine, Fertilizzanti, Pesticidi ed erbicidi, Vestiti e scarpe, Solventi, Computer, CD, DVD, TV, Pneumatici, Cosmetici e prodotti per igiene e bellezza, Cere e lubrificanti, Asfalto

A partire dalla rivoluzione industriale ci hanno fornito energia in modo rapido, economico e conveniente con una resa che non ha precedenti permettendoci di creare il mondo che vedete intorno a voi. Senza combustibili fossili tutto ciò non sarebbe stato possibile.

Ci permettono di sfruttare la luce solare di milioni di anni. Un singolo pieno di benzina di un'autovettura corrisponde al lavoro manuale di ben 4 anni!!!

Capite che pagare qualche decina di euro un "servizio" che necessiterebbe anni di lavoro se espletato manualmente è un vantaggio non indifferente e soprattutto senza precedenti nella storia dell'umanità.

Il vero costo dei combustibili fossili

Il costo del petrolio che a molti sembra alto ("la benzina costa troppo") è solo una frazione di quello che dovrebbe essere se fossero tenute in conto tutte le esternalità negative legate all'approvvigionamento e all'utilizzo del petrolio. Solo per citarne qualcuna ricordiamo:

E come se non bastasse l'esenzione dalle responsabilità sopra enunciate, l'estrazione e utilizzo del petrolio e degli altri combustibili fossili, usufruisce di numerosi sussidi statali ed internazionali che ne mantengono ulteriormente basso il costo.

Picco del petrolio convenzionale

Le risorse non rinnovabili come i combustibili fossili sono soggette alla teoria del picco di Hubbert.

La teoria di Hubbert descrive l’evoluzione temporale della produzione di una risorsa non rinnovabile la quale segue una curva a forma di campana. Inizialmente la risorsa viene estratta a tassi di produzione crescenti ma man mano che le fonti più facilmente raggiungibili e di maggiore qualità si esauriscono l’aumento del tasso di produzione inizia a rallentare fino a raggiungere un massimo dopo il quale inizia a diminuire.

Il picco di produzione del petrolio convenzionale è stato raggiunto negli ultimi anni, questo significa che a fronte di una domanda sempre crescente da parte della nostra società il tasso con cui è prodotto sta calando con conseguente innalzamento dei prezzi di tutti i beni e servizi dipendenti dalla disponibilità di petrolio e l’entrata in crisi dei sistemi di produzione e dell’economia stessa.

Dunque, il petrolio non sta finendo, ce n'è ancora tanto, ma la velocità con la quale riescono ad estrarlo sta diminuendo e questo basta a fare entrare il sistema da esso dipendente in forte crisi.

Maggiori informazioni:

Altri tipi di petrolio e altri combustibili fossili

L'aumento del prezzo del petrolio convenzionale legato al raggiungimento del picco ha fatto si che fonti di petrolio non convenzionali divenissero economicamente convenienti da sfruttare.

Tra queste citiamo le sabbie bituminose, depositi di sabbia e argilla satura di bitume ovvero petrolio allo stato solido o semi-solido che si trovano al di sotto di antiche foreste boreali.
Il procedimento per convertire il bitume in greggio consiste nello sradicare gli alberi presenti sull'area interessata per recuperare le sabbie bituminose dalle quali medianti enormi quantità di acqua e calore viene separato e reso fluido il bitume. Le acque di scarico altamente inquinate vengono accumulate in enormi bacini che si sostituiscono alle foreste una volta presenti.

Analogamente si cerca di aumentare la produzione anche di altri combustibili fossili nonostante gli enormi impatti ambientali ad essi legati.

L'estrazione di carbone mediante rimozione delle cime montagnose e riempimento delle valli è una pratica estrattiva che comporta la rimozione fino a 200 metri della cima montagnosa per il raggiungimento del giacimento di carbone. I detriti sono quindi riversati nelle valli adiacenti. Il processo di estrazione prevede il disboscamento dell'area, l'esplosione della montagna, il riversamento dei detriti nelle valli, l'inquinamento di fiumi e terreni.

Anche l'estrazione di gas metano non convenzionale tramite fratturazione idraulica è diventato economicamente conveniente dopo l'aumento dei prezzi del petrolio. La fratturazione idraulica consiste nel immettere nel sottosuolo fluidi sotto pressione, in genere acqua addizionata da vari composti chimici, per creare e poi propagare una frattura nello strato roccioso contenente il gas per favorirne la sua fuoriuscita. La metodologia comporta rischi di inquinamento delle falde e delle acque.

Impatti ambientali e sociali devastanti a parte anche questi combustibili fossili, essendo fonti non rinnovabili,  sono soggetti alla teoria del picco e destinati ad entrare in crisi.

 

Cosa rende una fonte energetica migliore di un'altra? L'EROEI

L'EROEI (Ritorno Energetico sull‘Investimento Energetico) rappresenta il rapporto tra le unità di energia ottenuta dalla fonte energetica e le unità di energia utilizzate per la sua estrazione. Maggiore è questo rapporto migliore è ovviamente la fonte energetica in quanto fornisce una resa superiore a parità di sforzo di estrazione.

Nel 1930 dal petrolio convenzionale si ottenevano 100 unità di energia per ogni unità di energia impiegata per la sua estrazione (EROEI 100:1). I giacimenti a miglior resa però sono stati esauriti ed oggi l'EROEI del petrolio convenzionale si aggira tra gli 11:1 e i 20:1, rendimento che resta superiore alla maggior parte delle fonti rinnovabili. I tanto osannati biofuel a malapena pareggiano il costo di produzione (EROEI vicino a 1:1), il fotovoltaico ha un EROEI inferiore al 10:1 senza parlare degli annosi problemi legati al trasporto, continuità di disponibilità e stoccaggio dell'energia prodotta.

Dunque è vero che bisogna spostarsi su fonti rinnovabili le quali rappresentano l'unico tipo di approvvigionamento energetico che possa essere sostenibile, ma questo non può risultare in un successo se non accompagnato da una drastica riduzione dei consumi energetici e dunque un cambiamento negli stili di vita, consumo, produzione e smaltimento.

Prospettiva storica dei consumi energetici

Ma quanto consumiamo? Un uomo necessita circa 2000 KCal per vivere. Questo era il consumo pro capite dei primi uomini primitivi 1 milione di anni fa, i quali ottenevano la loro energia dal consumo di cibo. Il cacciatore raccoglitore di 100.000 anni fa utilizzava circa 5000 KCal in quanto aveva imparato a bruciare la legna per scaldarsi e cucinare. L'agricoltore di 5.000 anni fa aveva imparato ad utilizzare gli animali da traino per svolgere alcuni lavori cosicché ne consumava 12.500. L'agricoltore evoluto del 1.400 DC aveva raddoppiato il consumo portandolo sulle 25.000 Kcal in quanto faceva uso della forza del vento e dell'acqua oltre che di quella degli animali per soddisfare le proprie esigenze. Con l'avvento dell'industrializzazione, la scoperta dei combustibili fossili e dei motori, l'aumento dei consumi è divenuto repentino e già nel 1970 si stimava che l'uomo tecnologico consumava 230.000 KCal! Abbiamo davvero bisogno di consumare così tanto per vivere una vita soddisfacente? Potremmo ridurre i consumi vivere in modo più semplice ed essere comunque "soddisfatti"?

L'impronta ecologica e l'overshoot day

Nella sezione precedente abbiamo visto una stima dei consumi energetici pro capite. Proviamo ora a tradurli in effetti sul Pianeta.

L'impronta ecologica è un indice che misura l'impatto che ognuno di noi ha sul Pianeta. Viene espressa in ettari di terreno necessari a produrre tutto ciò di cui un individuo ha bisogno e smaltirne i rifiuti. La misura può essere estesa dal singolo individuo a città, nazioni, attività specifiche o all'intera popolazione.

Questo metodo è stato ideato da William Rees della British Columbia University agli inizi anni 90 e diffuso da Mathias Wackernagel oggi direttore del Global Footprint Network.

In Italia l'impatto medio procapite è di 4.9 ettari, negli USA è di 8 ettari, la media mondiale è di 2.7. Questo significa che ci volgiono 5 ettari di terreno per soddisfare i "bisogni" di un cittadino medio italiano. Considerando che la biocapacità disponibile sul nostro pianeta è di 1.7 ettari a testa ci rendiamo conto che stiamo utilizzando più risorse di quante ce ne siano disponibili ovvero ci comportiamo come se avessimo a disposizione non un solo pianeta ma 1.5 pianeti, in Italia come se ne avessimo a disposizione quasi 3!

Ogni anno il giorno in cui esauriamo il nostro budget annuale di risorse cade sempre prima. Nel 2015 il cosiddetto "overshoot day", giorno dello "sforamento" è stato il 13 Agosto. Nel resto dell'anno utilizziamo risorse che il Pianeta non è in grado di rigenerare e dunque ne erodiamo la disponibilità sottraendola alle generazioni future e causando gravi danni ambientali.

Spunto di riflessione: I bisogni fondamentali dell'uomo

L’economista cileno Manfred Max-Neef nel suo saggio Humane scale development individua i seguenti bisogni fondamentali umani: Sussistenza, Protezione, Affetto, Comprensione, Partecipazione, Svago, Creatività, Identità, Libertà. Max-Neef afferma che i bisogni sembrano essere universali tra culture diverse e nella storia mentre i mezzi impiegati per soddisfarli variano enormemente e caratterizzano le culture e le ere. Max-neef mette in forte discussione i mezzi impiegati per soddisfare i bisogni umani che il corrente sistema economico promuove usando tecniche persuasive come la pubblicità. Ma di questi aspetti parleremo in puntate successive.

 

 

 

 

 

 

 

 

Buone Notizie:

Forest gardens e Food Forests: le cosiddette "foreste edibili", cosa sono?

Fruttorti di Parma si ispira all'agroecologia e alla permacultura, un approccio di progettazione di insediamenti umani sostenibili basato sull’imitazione dei sistemi naturali.

Se ci fermiamo un attimo ad osservare i sistemi naturali e a riflettere, ci rendiamo conto che un bosco non ha bisogno di interventi artificiali per restare rigoglioso, non necessita di irrigazione, concimazione, aratura, erbicidi e pesticidi. I processi ed i cicli naturali mantengono la fertilità del terreno e la salute delle piante. /p>

Imitando questi processi e inserendo negli ecosistemi piante utili all’uomo è possibile creare dei sistemi di produzione di cibo che richiedono molte meno risorse di quelle correntemente richieste dall’agricoltura industriale contribuendo anche al miglioramento del suolo e dell’habitat invece che alla sua erosione e distruzione.

Fruttorti di Parma vuole creare una rete di giardini foresta "commestibili" in cui le piante forniscano cibo per gli abitanti del quartiere ed allo stesso tempo creino un habitat simile a quello naturale nel quale le funzioni essenziali possano essere svolte a supporto dell’intero sistema.